Sul numero di marzo di
Chitarre
mensile di cultura e tecnica chitarristica
diretto da Paolo Somigli
Recensione di Marco Manusso:
“Un album concept che va ascoltato nella sua totalità, un po’ come si
faceva negli anni 70 quando i gruppi progressive pubblicavano le loro
composizioni che a volte duravano quanto la durata di un long playing e che
richiedevano una grande attenzione da parte dell’ascoltatore, e soprattutto
molto tempo a disposizione… ma allora di tempo ne avevamo quanto ne volevamo e
ci mancavano solamente i soldi… per comprare i dischi del nostri gruppi
preferiti.
(…)Un progetto ambizioso realizzato con ‘gusto’, uno ‘sguardo’ al futuro, ‘l’orecchio’
al passato, un ‘profumo’ rétro, ma sempre con molto ‘tatto’.”
Concerto dei cinque Sensi
Piccolo omaggio all’universo della percezione
Recital attoriale e
musicale
Con
Arnaldo NINCHI
Mariano RIGILLO / Mino CAPRIO
Nino CASTELNUOVO / Pietro LONGHI
Angiola BAGGI
Sergio AMMIRATA
Su testi di
Giovanni ANTONUCCI
Stefano CAVALLO
Laura DE LUCA
Musiche originali di
Walter CENTOFANTE
Cristian LENTINI
Orlando ORLANDI
eseguite dagli autori:
Echoesthree
con la partecipazione di
Stefano FUSIELLO
al pianoforte
e
Giordano RIEM
al sax
Replica 28 febbraio 2008
Ore 20.30
Spazio Etoile, Roma, piazza San Lorenzo in Lucina
Giovanni Antonucci, regista dello spettacolo, introduce la serata
Prima rappresentazione 18 ottobre 2007
Ore 17.30
Hall del Policlinico Gemelli, Roma
Introduce la serata il responsabile comunicazione della Cattolica Nicola Cerbino. Schierati alle sue spalle i protagonisti dello spettacolo. Da sinistra a destra Arnaldo Ninchi, Mariano Rigillo, Nino Castelnuovo, Angiola Baggi, Sergio Ammirata. Al piano Stefano Fusiello |
Applausi finali, anche per il pianista, Stefano Fusiello |
Svolgimento
Intro e saluti
Primo monologo:
“Il Gusto”
di Giovanni Antonucci
con Arnaldo Ninchi
che duetta con un sax
Secondo monologo:
“Il Tatto”
di Laura De Luca
con Mariano Rigillo
che duetta con un basso
Terzo monologo:
“La Vista”
di Giovanni Antonucci
con Nino Castelnuovo
che duetta con una batteria
Quarto monologo:
“L’Udito”
di Laura De Luca
con Angiola Baggi
che duetta con una chitarra elettrica
Quinto monologo:
“L’olfatto”
di Stefano Cavallo
con Sergio Ammirata
che dialoga con un pianoforte
Presentazione dei CD
Cinque voci Cinque sensi,
Emmebiedizioni
e
Concerto dei cinque Sensi – by Echoesthree,
Diapasonmusic
L’idea del progetto
nasce in seguito ad un seminario di studio organizzato dalla cattedra di
Filosofia Morale dell’Università degli Studi Roma Tre, per il quale mi furono
commissionati cinque saggi dedicati ai cinque sensi. Due di questi cinque saggi sono
tuttora pubblicati sulla rivista web dell’Università, a questo indirizzo:
http://www.babelonline.net/home/003/index.asp
L’ipotesi di fondo è che il rapporto dell’uomo di oggi con la propria sfera
“sensibile” sia solo apparentemente esaltato (viviamo dentro una
ininterrotta tempesta di stimoli fin troppo ricchi e provocatori), mentre di
fatto la nostra percezione è continuamente violentata e insieme repressa,
maltrattata ed offesa da un disordine globalizzato di immagini, rumori, sapori,
odori e sensazioni tattili.
Trasferendo nel formato teatrale gli spunti contenuti in quei saggi, ho pensato
di umanizzare al massimo (in tal senso ho sensibilizzato anche gli altri due
autori coinvolti) il rapporto di ciascuno di noi coi nostri cinque sensi, senza
dimenticare di tarare tutto il discorso alla destinazione primaria e specifica
di questo recital: l’intrattenimento dei degenti, l’invito a riflettere sul
rapporto col proprio corpo e con una fisicità correttamente intesa, la necessità
di fronteggiare la malattia e/o la sofferenza interiore interpretandole come un
passaggio a volte inevitabile dell’esistenza.
In questo senso, in tutti e cinque i monologhi è reiterata una frase che li lega
e ne svela la coesione, a dispetto delle diversità stilistiche: “un giorno
ci sarà solo musica”.
La frase vuole evocare l’avvento di un’armonia futura, di una pacificazione
dell’uomo con se stesso e con tutto il creato, quando tutto potrà essere goduto
nel rispetto della persona umana, al riparo da qualsiasi squilibrio ed eccesso.
(ldl)
In sintesi
Il gusto
Il protagonista è un obeso, cui i medici hanno imposto una dieta per lui
intollerabile.
Egli vagheggia sapori di pietanze gustate fin da quando era neonato (a
cominciare dal latte materno) rivelando così il suo rapporto con i sapori come
una chiave di lettura privilegiata del suo modo di stare al mondo. L’excursus
attraverso queste squisitezze proibite lo porterà alla decisione finale
volutamente provocatoria ma di cui si assume coscientemente tutte le
responsabilità: violare il divieto dei medici e darsi, per una volta almeno,
alla pazza gioia.
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Il tatto
A parlare è, con una esplicita concessione al teatro futurista, un Brivido di
Tenerezza. Egli lamenta la fine della Tenerezza nei rapporti umani, l’insinuarsi
della logica dell’Uso dell’Altro, la morte dell’amore e della Cura per il
prossimo. Parlando come la buona coscienza, racconta la propria nascita ai
margini di un amplesso, e poi anche la sua profonda consapevolezza del dolore,
della sofferenza e della consolazione. Con un linguaggio molto concreto, ci
invita al gusto ritrovato di carezze rispettose e caste, al recupero di una sana
conoscenza tattile fra tutti noi.
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La vista
Il protagonista è un attore di una certa età, ancora piacente, con problemi alla
vista, cui l’oculista ha prescritto un paio di occhiali. Perfettamente in bilico
tra il mondo della estrema visibilità, cui il suo lavoro lo obbliga (sempre in
scena!) e il rischio incombente della cecità, egli si interroga sul misterioso
equilibrio fra ciò che è visibile e ciò che invece deve restare nascosto. Anche
per lui la decisione finale sembra essere solo provocatoria. Fare a meno degli
occhiali perché ciò che veramente conta non si trova necessariamente alla luce.
(Per una… dolorosa ma commovente coincidenza, l’interprete di questo monologo
sarà Nino Castelnuovo, che da alcuni anni soffre di gravi problemi alla vista,
peraltro affrontati con grande coraggio e serenità!)
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L’udito
Unica
protagonista femminile del recital, è una… corda di chitarra, che attende fedele
e paziente il tocco del suo chitarrista. Non sempre l’artista è libero di
esprimersi come vorrebbe e di lasciarsi andare alla sua passione per la musica.
La denuncia implicita è nei confronti di un mondo tragicamente privo di armonia,
in cui sempre più spesso vengono meno l’ascolto e l’attenzione reciproci e
inesorabilmente si assottiglia lo spazio disponibile per l’amore e per la
bellezza…
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L’olfatto
Di tono straniato e comico, impressionistico e bizzarro, affatto diverso,
stilisticamente, dagli altri quattro, questo monologo presenta il dialogo di un
naso… con se stesso! In un delirio di autocelebrazione, il naso, metafora
dell’olfatto, si arroga il diritto di sintetizzare tutti gli altri sensi, di
riassumere, in un’ineffabile essenza, il senso stesso della vita! Il finale ad
effetto è assicurato.
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LE MUSICHE ORIGINALI
Ad ogni senso è stato abbinato uno strumento
Gusto: sax
Tatto: basso
Vista: batteria
Udito: chitarra
Olfatto: pianoforte
Nelle parti recitate i singoli strumenti eseguono degli assoli di
accompagnamento. In finale, i cinque strumenti eseguono tutti insieme la suite orchestrata dal
titolo “Il sesto senso”.
Il CD “Cinque voci Cinque sensi” edito da
Emmebiedizioni contiene la
registrazione dei cinque monologhi in duetto con i cinque strumenti
Il CD
“Concerto dei cinque Sensi by Echoesthree”, edito da
Diapasonmusic contiene 6
pezzi originali:
- Il gusto con Giordano Riem al sax
Anteprima di ascolto
- Il tatto con Cristian Lentini al basso
- La vista con Orlando Orlandi alla batteria
- L’udito con Walter Centofante alla chitarra
Anteprima di ascolto
- L’olfatto con Stefano Fusiello al pianoforte
Anteprima di ascolto
-
Il sesto senso: suite orchestrata tutti insieme
La sfida, in ciascuno dei pezzi solistici è stata quella di esaltare le singole
timbriche, lavorando sulla materialità degli strumenti per suggerire il senso
abbinato. Ad esempio per il gusto la pastosità dello strumento a fiato, per il
tatto la modestia e la forza di penetrazione del basso, per la vista i suoni
“luminosi” e ariosi del rullante o i suoni secchi della cassa come lampi
improvvisi, per l’olfatto i legati ariosi e gli ostinati del pianoforte, per
l’udito l’incisività della chitarra elettrica. Una sfida linguistica ed
espressiva nello stesso tempo.
Gli autori
GIOVANNI ANTONUCCI
Allievo di
Giovanni Macchia e Giacomo De Benedetti, con i quali si è laureato
all'Università La Sapienza di Roma nel 1965 con il massimo dei voti (Tesi: Il
teatro futurista di F.T. Marinetti), è storico del teatro e dei mass-media. Già
docente di Storia del Teatro e dello Spettacolo alla Facoltà di Magistero di
Roma, è stato relatore in decine di convegni scientifici in Italia e all'estero
(Francia, Belgio, Portogallo, Norvegia, ecc.). Numerosi anche i suoi seminari in
varie università italiane.
La sua produzione scientifica è assai vasta e si estende dal teatro greco e
latino alla drammaturgia e alla scena di questo secolo.
E' autore, fra l'altro, dei seguenti volumi: Lo spettacolo futurista in
Italia (Roma, Studium, 1974), Cronache del teatro futurista (Roma,
Abete, 1975), La regia teatrale in Italia e altri scritti (Roma, Abete,
1978), Eduardo De Filippo (Firenze, Le Monnier, 1980, 4ª ed. 1990),
Storia del teatro italiano del Novecento (Roma, Studium, 1986, 4ª ed. 2002),
Storia della critica teatrale (Roma, Studium, 1990), Storia del teatro
italiano (Roma, Newton Compton, 1995), Storia del teatro del Novecento
(Roma, Newton Compton, 1996), Storia del teatro antico (Roma, Newton
Compton, 1997), Prix Italia 1948-1998. La radio e la televisione del mondo.
(Roma, ERI, 1998), L'età dell'oro del teatro (Roma, Studium, 1999,),
Storia del teatro futurista (Roma, Studium, 2005).
Editor di numerosi autori, ha curato, fra l'altro, I capolavori di Carlo Goldoni
(5 voll., Roma, Newton Compton, 1992, 2ª ed. 1999), Tutto il teatro di Henrik
Ibsen (4 voll., Roma, Newton Compton, 1993), Tutto il teatro di Salvatore
Di Giacomo, (Roma, Newton Compton, 1991, 2ª ed. 1996), Il teatro.
Facezie, autobiografie, memorie di Ettore Petrolini (2 voll., Roma, Newton
Compton, 1993), Le opere di Gabriele D'Annunzio (11 voll., Roma, Newton
Compton, 1995, in collaborazione con Gianni Oliva), I capolavori di Henrik
Ibsen ( Roma, Newton Compton, 2003). Ha scritto l'introduzione a Tutto il
teatro di Honoré de Balzac (Roma, Newton Compton, 1994).
Per la sua attività di storico del teatro ha vinto i due principali premi del
nostro paese: il Silvio D'Amico nel 1975 e il Lucio Ridenti nel 1996.
Attivo da trent'anni all'Enciclopedia Italiana, ha scritto voci teatrali e
televisive (ma anche cinematografiche) per l'Enciclopedia Treccani, il
Dizionario Enciclopedico, l'Enciclopedia Dantesca, l'Enciclopedia Virgiliana. E'
stato responsabile della sezione teatrale della Piccola Treccani recentemente
uscita.
Ha diretto la collana di saggistica "L'evento teatrale"e ora dirige la collana
"Paralleli". Critico e saggista militante ha collaborato a molti periodici
culturali ("Studium", "Il Veltro", "Cultura e Scuola", "Il Dramma", "Sipario", "Hystrio",
"Primafila" ecc.).
Dal 1989 al 1994 è stato critico teatrale de "Il Tempo". Dal 1995 de "Il
Giornale", di cui oggi è critico teatrale e collaboratore per le pagine della
cultura.
Membro delle Giurie di alcuni dei principali Premi teatrali: Flaiano,Vallecorsi,
Diego Fabbri, Calendoli,Teatro Totale, etc, autore teatrale, traduttore,
adattatore di testi in teatro e in TV, ha vinto nel 1996 con La finzione
della vita il prestigioso Premio Vallecorsi. E' stato, inoltre, regista del
Pigmalione di G.B.Shaw (2002), della Serata Betti (2003) e della Serata
Futurista (2004).
Producer RAI di oltre un centinaio di programmi televisivi nel campo del teatro
di prosa, oltre che della fiction e delle rubriche culturali, Giovanni Antonucci
opera da molti anni nei mass-media, coniugando la teoria con la pratica. E'
stato Direttore artistico del Teatro Stabile Privato Al Massimo di Palermo.
E' membro della Commissione Consultiva per il Teatro del Ministero dei Beni e
delle Attività Culturali.
STEFANO CAVALLO
Laurea in Lettere a La Sapienza nel 2002. Già
collaboratore per l’Istituto Nazionale di Studi Romani con il professor De
Caprio, scrittore, radiogiornalista, fotografo e bassista. Dopo un periodo come
corrispondente per la carta stampata (Il Tempo), nel 2004 lascia l'Italia
per Buenos Aires, dove vive, spostandosi, per 8 mesi. In questo viaggio ha modo
di incontrarsi con le persone e la cultura del Sudamerica: un’esperienza che
inciderà decisamente nel suo modo di vivere e di scrivere.
Come scrittore ha pubblicato racconti (Totem), e poesie (Cittànuova, Il Filo,
L’Eco del Serrasanta). Per la Radio Vaticana ha firmato il docu-fiction:
Benedetto - Vita di Joseph Ratzinger nel 2005. Per Edizioni La Lontra esce
nel 2006 il Florario di un marziano con le illustrazioni di Diego Romano,
mentre è ora alle prese con vari spettacoli teatrali per bambini, ed il
saggio-reportage Prigioni, seguito ad una inchiesta all’interno del
carcere di Regina Coeli in uscita nel 2007 per L’Epos.
Come fotografo, alcuni suoi scatti hanno commentato Fuori dai binari, di
Diego Romano (Francesco Coniglio editore, 2005) e Perché sono un’atea
cristiana di Laura De Luca, per Sovera edizioni (2007).
Come musicista, “discepolo”di Gianfranco Gullotto, firma un'improvvisazione al
basso nel progetto Il cielo, per l’etichetta Diapason, pure di prossima
uscita.
LAURA DE LUCA
Radiogiornalista, autrice radiofonica,
scrittrice e disegnatrice, lavora da oltre vent’anni in una grande emittente
radiofonica sovranazionale. Caporedattrice, inviata speciale, autrice, regista e
producer di documentari, inchieste, radiodrammi e serie di prosa, si dedica da
anni all’approfondimento del mezzo radiofonico, sia attraverso l’insegnamento
nel corso di Regìa e Linguaggio radiofonico presso lo Studio Paolino
Internazionale della Comunicazione Sociale, sia attraverso conferenze e
seminari.
Come scrittrice, ha pubblicato romanzi, saggi, audiofilm e libri illustrati. Nel
2001 avvia una sperimentazione in rete di fusione fra linguaggi diversi su
questo sito. Primo frutto della sperimentazione polimediale è l’audiofilm
illustrato
Tre uomini, firmato con lo pseudonimo di Diego Romano, con musiche
originali degli Echoesthree, poi edito da Rugginenti nel 2002 , 2° ed. 2006.
Sono del 2002 cinque saggi per l’Università degli Studi Roma Tre dedicati ai
cinque sensi: Strana storia di una sordità, Elogio della tenerezza, Virtù
della miopia, Parole e caramelle, Balocchi e profumi da cui nasce l’idea per
il Concerto dei Sensi e per Cinque sensi cinque voci.
Come disegnatrice sigla 50 fra pitture, allestimenti e disegni a corredo del
volume
Florario di un marziano, di Stefano Cavallo, poi esposti a Pavia per la
rassegna internazionale Fullcomics e si occupa anche di danza e di produzioni
musicali. Nel 2004 progetta la colonna sonora di
I have a Dream!, su musiche di Alberico Vitalini e degli Echoesthree,
presentata alla XIV rassegna internazionale “Invito alla Danza”, curando anche
la relativa edizione musicale, e nel 2005 sigla l’uscita del CD
Strane coppie musicali del Novecento, con il patrocinio della Discoteca
di Stato per l’etichetta Diapason.
I compositori
ECHOESTHREE
La formazione base è
un trio: Walter Centofante, chitarra e tastiere, Cristian Lentini,
basso, Orlando Orlandi, batteria. In questa occasione il trio si avvale
della collaborazione di altri musicisti: il tastierista Stefano Fusiello,
di eccellente preparazione tecnica e sempre pronto per le necessità di supporto
dal vivo, e il sassofonista Giordano Riem.
Agli inizi della carriera il gruppo ha siglato colonne sonore per cortometraggi
indipendenti e spot radiofonici, esibendosi dal vivo in diverse occasioni, come
nel caso del riadattamento in chiave rock progressive di Jesus Christ
Superstar (1997).
Nel 2001 gli Echoesthree hanno firmato le musiche per l'audiolibro illustrato
Tre uomini, di
Diego
Romano, che ha inaugurato le produzioni on line del gruppo
lauradelucaANDfriends
poi trasmesso da due network radiofonici nazionali: Nova Radio A e Blu Sat. Da
questo lavoro è nato l' omonimo audiofilm edito da
Rugginenti (2002 e 2006) in
cofanetto polimediale contenente tra l’altro il CD con i 14 brani della colonna
sonora originale.
Oltre a sigle radiofoniche e musiche di commento, gli Echoesthree hanno poi
firmato un brano originale per la decima e ultima puntata della serie "Dieci
volte novecento. Cose, fatti, persone del ventesimo secolo" della Radio
Vaticana (2001), la colonna sonora del cortometraggio Rocco e il falco
(2002) di Victor Rambaldi prodotto dalla Target video e presentato al festival
internazionale di cinematografia di Giffoni (terzo classificato), il brano
originale per l’audiofilm
Tutti bravi ragazzi. Il sequestro Moro e
sette testimoni involontari (Editrice
Zona 2003) e, insieme al Maestro Alberico Vitalini, la musica per il
balletto
I have a dream! (con le
voci storiche della
Discoteca di Stato) rappresentato
sul palco della XIV edizione della Rassegna Internazionale “Invito
alla Danza” dalla compagnia
Aton-Dino Verga danza su
coreografia dello stesso Dino Verga (Roma 2004). Nel 2004 hanno portato a
termine il progetto
Strane Coppie Musicali del Novecento
per la
Discoteca di Stato ripensando in
chiave rock Stravinskij, Satie, Gershwin e Schoenberg, uscito in CD l'anno
successivo per
Diapason. Nello stesso 2005 hanno
firmato la colonna sonora per l'audiolibro
Santità a che serve Dio?,
per edizioni
Socrates
Gli attori
Arnaldo NINCHI
Nasce a Pesaro,
nel 1935, frequenta l’Accademia d’Arte Drammatica Silvio D’amico seguendo i
corsi di Sergio Tofano, Wanda Capodaglio e Orazio Costa.
Ha lavorato con le più importanti compagnie italiane fra cui Teatro popolare
italiano di Vittorio Gassman (Adelchi di Manzoni e Edipo Re di
Sofocle) Proclemer e Ferrero (Santa Giovanna di Bernard Shaw), La
compagnia dei quattro ( Andorra di Frisch e La bisbetica domata
di Shakespeare ) Salvo Randone ( Enrico IV di Pirandello) De Lullo,
Falck, Valli, Albani (Le tre sorelle di Cechov e Il giuoco delle parti
di Pirandello).
Ha partecipato a sei cicli di rappresentazioni classiche al teatro Greco di
Siracusa (1960- 1998) Con la propria compagnia ha messo in scena Osborne, Sartre,
Pirandello, Goldoni, Hampton, Ionesco, Bernard Shaw, De Benedetti, facendo molte
tourneé in Sudamerica, USA ed Europa.
In televisione ha lavorato sotto la direzione di Eduardo De Filippo in tre sue
commedie, poi con Albertazzi, Corbucci, Bolognini, Ferrara e nella serie di
Incantesimo.
Per il cinema lo ricordiamo in Rimini Rimini di Sergio Corbucci, in
Cheeeese di Bernard Weber , protagonista di Magnificat di Pupi Avati
e nel recente L’ombra di Federico II di Marco Cercaci.
Nino CASTELNUOVO
Nasce
nel 1936, a Lecco. Esordisce nel 1959 in
Un maledetto imbroglio
di Pietro
Germi ed ha una parte in
Rocco e i suoi fratelli,
1960, di Luchino
Visconti. Nella prima metà
degli anni Sessanta lavora con grandi registi in ruoli importanti:
Laura nuda di Ferrari
e
Giorno per giorno disperatamente
di
Giannetti, 1961,
Un giorno da leoni,
1962, di Nanni Loy;
Les parapluies de Cherbourg
di
Jacques Demy, 1964,
Un mondo nuovo di
De Sica e
La calda preda di
Vadim, nel 1966, in
Francia;
La taglia di
Serge Bourguignon, negli
U.S.A., 1965. Dopo aver raggiunto l'apice del successo dando il volto a Renzo
Tramaglino nella miniserie TV
I promessi sposi di
Sandro Bolchi, dirotta la
sua carriera verso il piccolo schermo, riservandosi comunque uno spazio
importante per il cinema e per il teatro. Attore di grande carattere, versatile
e poliedrico.
Mariano RIGILLO
Nasce a Napoli
nel 1939, studente all'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica, ha come maestri
Orazio Costa e Sergio Tofano. Dopo il diploma, nella seconda meta degli anni'60,
si afferma come uno dei piu promettenti interpreti teatrali, convincente sia nel
repertorio classico (Seneca, Giordano Bruno, Shakespeare, Goldoni) che moderno (Bertolt
Brecht, Giuseppe Patroni Griffi). Proprio con Patroni Griffi si mette in luce
con Napoli, notte e giorno e Napoli, chi resta e chi parte e
debutta nel cinema in Metti una sera a cena di G.Patroni Griffi, 1969.
Qualche anno dopo offre un eccellente prova indossando la divisa di uno spietato
Nino Bixio in Bronte: cronaca di un massacro che i libri di storia non hanno
mai raccontato di Florestano Vancini,
1972.
E' gia un attore affermato quando nel 1974 si cimenta a teatro con quello che
verrà considerato uno dei suoi piu grandi successi, Masaniello (di Elvio
Porta e Armando Pugliese). Contemporaneamente lavora anche in televisione dove
partecipa a numerosi spettacoli di prosa, tra cui Il Mulino del Po di
Sandro Bolchi, 1971, La morte di Danton di Buchner di Mario Missiroli,
1972 e La trilogia della villeggiatura di Goldoni ( di Mario Missiroli,
1975.
Nel 1981 rivisita il teatro di Raffaele Viviani curando l'allestimento di
Pescatori, a cui seguira Zingari nel 1993. Rare restano, e comunque
significative le sue apparizioni sul grande schermo (Regina, Salvatore
Piscicelli, 1987), (Il postino, Michael Radford, 1994), (Un uomo
perbene, Maurizio Zaccaro, 1999)..
Angiola BAGGI
Originaria di
Monselice (Padova), inizia giovanissima con il doppiaggio e la radio (“Radio per
le scuole”) Esordisce in televisione con Dedicato a un bambino per la
regia di Gianni Bongioanni sulla vita di un bambino disadattato, primo impegno
televisivo della RAI a sfondo sociale. Seguono Il segno del comando
(1971), per la regia di Daniele Danza, altri due sceneggiati della serie
“Dedicato a…” e I demoni da Dostojevskij per la regia di Sandro Bolchi.
Dalla metà degli anni settanta inizia le esperienze teatrali diretta ancora da
Sandro Bolchi al teatro stabile di Trieste, poi con la Cooperativa Teatro Oggi
di Bruno Cirino portando in scena De Musset, Sartre, Molière, Pirandello,
Strindberg, diretta fra gli altri da Aldo Trionfo, Gabriele Lavia, Antonio
Calenda, Ugo Gregoretti e Nanni Fabbri. Con Grandiosa svendita di fine
stagione di Stefano Satta Flores per la regia di Ugo Gregoretti vince la
Maschera d’Oro nel 1982.
Torna in televisione anche come conduttrice e partecipando agli sceneggiati
Cuori rubati, Processo di famiglia per la regia di Nanni Fabbri e
Incantesimo.
Il cinema la vede in Storia di ragazzi e ragazze e Dichiarazione
d’amore di Pupi Avati, in Io e il re di Lucio Gaudino ma soprattutto
in sala doppiaggio, dove dà voce a Fanny Ardant, Catherine Deneuve, Isabelle
Huppert, Susan Sarandon, Jane Fonda, Felicity Husmann, Bo Derek, Kathy Bates e
molte altre…
Sergio AMMIRATA
Animatore infaticabile, come autore, regista e
primattore della Cooperativa La Plautina, che è attiva a Roma fin dal 1965
all'Anfiteatro della Quercia del Tasso, quotata sede permanente di spettacoli
classici e contemporanei, nonché al Teatro Anfitrione.
Nume tutelare della Compagnia è, appunto, Plauto, da cui la Cooperativa prende
il nome e di cui Ammirata, affiancato dalla moglie e partner di scena Patrizia
Parisi, ha messo in scena quasi tutto il repertorio (Miles Gloriosus,
Asinaria, Menecmi, Il Persiano, Le Bacchiali, La Pentola del Tesoro, Curculio,
Anfitrione, Histriones, Pseudolus, Il Mercante, Càsina). La Compagnia, che è
tra le più anziane della capitale, ha tra l’altro partecipato al progetto
triennale "900 Europeo" con un nutrito programma di spettacoli. Nella sua
carriera pluridecennale Ammirata e La Plautina possono vantare migliaia di
rappresentazioni di autori classici (oltre a Plauto, Machiavelli, Molière,
Shakespeare, Goldoni, Cechov, Pirandello) nonché di molti autori contemporanei,
nonché numerosi premi tra cui il Premio Qualita' e Innovazione nei Servizi
dell'Arte e dello Spettacolo - Regione Lazio – nel 1996.
La carriera di Ammirata non è estranea alla televisione e al cinema, dove ha
lavorato diretto da Eduardo De Filippo, Leopoldo Savona, Fernando Di Leo,
Pasquale Festa Campanile, Carlo Infascelli e Cesare Ferrario.
CONCERTO DEI cinque SENSI “Era gennaio 2007; scrissi una melodia, così, di getto,
non so né come sia nata né da dove sia venuta. So solo che me ne stavo seduto,
a pensare a come sarebbe stato strutturato il Concerto dei cinque sensi.
D'improvviso mi alzai, andai al pianoforte e suonai qualcosa: aveva
un'introduzione, una parte centrale melodica ben precisa e un finale molto
aperto, perchè volevo che alla fine ogni strumento fosse libero di esprimersi su
un giro armonico preciso, ma senza vincoli melodici. Quello che è venuto dopo è
stata la fase più stimolante: creare insieme gli arrangiamenti per i cinque
strumenti solisti. Ogni musicista ha dato la sua splendida interpretazione,
ispirandosi al senso cui il proprio strumento è stato associato. Il brano
d’insieme (Sesto Senso) ha avuto una gestazione molto lunga, complessa e
sofferta. La sfida è stata quella di creare una buona fusione musicale che non
sfociasse in singoli virtuosismi, ma che rendesse bene l’idea di armonia e
complementarità tra gli strumenti, cosi come tra i sensi. Le registrazioni sono
state altrettanto stimolanti, sofferte, meticolose, alla ricerca del giusto
equilibrio, delle giuste sensazioni da trasmettere. Walter Centofante
è un progetto
lauradelucaANDfriends
www.lauradelucaANDfriends.it
lauradeluc@libero.it
La chitarra (l’udito)
ha suonato in
maniera pulita, precisa e cristallina, ma anche sporca e istintiva, cercando di
catturare l’udito e l’udibile, spaziando lungo tutta la sua tastiera, La
batteria (la vista) ha suonato dando la percezione dello spazio, della
posizione dei suoi componenti, facendone immaginare la disposizione a chi non
poteva vederla. Il sax (il gusto) ha suonato ricreando la sensazione
primaria del nutrirsi, dell’assaporare le cose, del sentirle sulle labbra.
Il
basso (il tatto) ha suonato facendo ben percepire il tocco delle mani sul
legno, scolpendo suoni decisi, come farebbe uno scultore col suo marmo. Il
pianoforte (l’olfatto) ha suonato respirando l’aria intorno a sé, calda e
fredda, dolce e amara, vuota e intensa; ce l’ha trasmessa cosi, come l’ha
inspirata ed espirata.
Grazie, per come percepiamo le cose…”