Tutti bravi ragazzi
Primo
La ragazza pesta sui tasti di una Olivetti Lettera 46. A sedici mesi dalla laurea, mancano otto esami e una tesina sugli scritti politici di Kant. La Olivetti è rumorosa e pesante, odora di binario, lei va avanti come un treno, è certa che la filosofia la porterà lontano, perché il libero pensiero cambierà il mondo.
E’ una mattina di marzo, luminosa, siamo a Roma, la stanza affaccia su via della Camilluccia, sul versante ovest della collina di Monte Mario; fino a quindici anni fa qui sotto pascolavano greggi di pecore, lei ancora risente i belati, i campanacci, i richiami del pastore…
“Lo stato di pace tra uomini assieme conviventi non è affatto uno stato di natura. Questo è piuttosto uno stato di guerra…” , Immanuel Kant, Per la pace perpetua, pagina 113, punto.
All’improvviso, un rumore insolito dall’esterno la fa sobbalzare. Sembra un martello pneumatico, o un guasto all’elevatore di un camion della nettezza urbana. Il rumore l’ha indotta a portarsi una mano all’orecchio destro; il gesto convulso ha provocato un errore di battitura, bisogna tornare indietro.
“…è piuttosto uno strrrato di guerra”. xxx: s-t-a-t-o.
Nella stanza accanto c’è lo studio del padre, che fa il disegnatore. La matita gli è appena saltata sul foglio, un’idea gli è appena saltata alla mente.
-Che è successo?
Lo studio ha un affaccio più esterno, in direzione del vecchio Fosso dell’Acqua Traversa, proprio dove decenni prima si abbeveravano le greggi. L’uomo apre la porta del balcone, chiama la figlia. Escono entrambi, l’aria è tiepida, profumata di gaggìa, c’è un silenzio stranamente sospeso, come la vigilia di un terremoto o di un’eruzione, nella testa di lei girano ancora quelle parole parruccone di due secoli fa, ma sotto il ricordo delle parole tuona ancora l’eco di quel rumore, una parola ben più esplicita, ben più chirurgica. Non era un martello pneumatico, ma non era neppure il camion della nettezza urbana. Che cos’era………? “nel senso che, se anche non vi sono ostilità dichiarate, è però continua la minaccia che esse abbiano a prodursi…”, stessa pagina di prima, 113, punto.
-Babbo, che è stato?
Una sgommata, poi passi di corsa, poi l’urlo di terrore di una donna:
-E’ morto! E’ mortooooooooooooooooooOOOOOOOOOO…
I due non possono vedere, solo sentire. C’è una palazzina, incastrata fra la Camilluccia e via Stresa, che fa loro da sipario su quanto è appena accaduto in via Mario Fani. Sono le nove e un quarto di giovedì 16 marzo 1978.
Incipit
di
Tutti bravi ragazzi
di Laura De Luca
Libro e CD, Editrice Zona
In libreria dal 21 ottobre 2003
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