Un grande maestro del fumetto
italiano, Yellow Kid nel 1971, caposcuola non solo nel nostro paese, si
racconta alla figlia giornalista in un serrato faccia a faccia che è
anche, inevitabilmente, generazionale.
Gianni De Luca, geniale e sperimentatore delle
possibilità artistiche della nona arte, creatore de Il
commissario Spada e delle rivoluzionarie invenzioni grafiche
dello Shakespeare a fumetti, ripercorre le tappe della
sua vita e, insieme, la genesi e gli sviluppi della sua personalissima
concezione estetica.
Come si
coltiva e con che cosa si alimenta una precocissima vocazione per il
disegno? Come la si
applica ai tempi presenti, visibilmente marcati dalla presunta morte
dell’arte, dalla dissoluzione delle tecniche?
Dall’infanzia nella Calabria degli anni trenta
all’adolescenza nella Roma città aperta, sempre con la matita in mano,
il giovane De Luca sa di non avere alternative alla pratica del disegno.
Ecco allora il primo esperimento di fumetto
(rigorosamente in tema bellico e strizzando l’occhio agli slogan di
regime, ma con negli occhi la lezione dei maestri americani da Caniff e
Raymond), ecco il liceo di via Ripetta e lo studio attento della realtà,
i ritratti dei professori e dei compagni di scuola, fino all’incontro
con la redazione de Il Vittorioso, lo storico settimanale per
ragazzi che cercava di restituire speranze e futuro alle giovani
generazioni del secondo dopoguerra.
E poi le
letture, gli incontri, lo studio dell’architettura, la costante ricerca
del nuovo, l’inesauribile sperimentazione in tutti i campi delle arti
visive e particolarmente nel disegno, che per Gianni De Luca il disegno
è stato un vero e proprio strumento di pensiero.
Come del resto prova la mostra a lui dedicata nel
2008 a Bologna dall’Accademia di Belle Arti e dalla Associazione
Hamelin, non a caso intitolata “Il Disegno Pensiero”.
Ma la caratteristica
più allettante di questa pubblicazione è senz’altro nel corredo
iconografico, che potrebbe costituire un vero e proprio catalogo di una
mostra finora mai pensata, relativa agli inediti del grande maestro
italiano.
Evocati
dalla conversazione serrata e tesissima con la giovane e agguerrita
interlocutrice, vedono per la prima volta la luce su queste pagine
alcuni degli innumerevoli disegni “privati” di Gianni De Luca rimasti
per anni nascosti nel suo archivio sterminato: dalle prove tecniche di
carta e pennini ai ghirigori telefonando, dalle caricature estemporanee
di personaggi televisivi ai ritratti familiari, dagli studi di ambienti
e personaggi a visioni mostruose ed oniriche realizzate su un letto
d’ospedale.
Tutte
queste opere ci confermano da un lato la sua attitudine alla
sperimentazione continua del segno e delle tecniche, alla ricerca
inesauribile di soluzioni grafiche innovative, dall’altro ci svelano un
aspetto decisamente poco noto della sua personalità. Tradizionalmente
indicato dalla critica e conosciuto dal pubblico come un disegnatore
accademico e rigoroso, Gianni De Luca si lascia andare in questi fogli
sparsi a manifestazioni che stupiranno i suoi estimatori per il brio,
l’humor, la libertà espressiva, il gusto per la deformazione, la
familiarità col mostruoso, l’innato piacere per l’astrattismo, il
disinvolto contagio con l’inconscio.
Una invisibilità che, diventando finalmente
visibile, finisce per portarsi dietro un volume di motivazioni che ci
restituiscono un’immagine imprevedibile e decisamente inaspettata di un
artista mai abbastanza conosciuto.
|