Quanto è alto il cielo se piramidi di cose sono le sue uniche scale. Io tolgo l’eccesso: la discreta polvere, migliaia di gradini invisibili avamposto del grigiore. Io salgo al superbo grigiore, lo riconosco dissimulato in curve, bordi, spigoli, trasparenze dell’Unico irraggiungibile. Lo snido, resiste. Così la noia, mia adorata sorella di giorni, di anni, di educatissime rughe. Il grigio mi agguanta, mi scava il faccia, si allea con le ombre che danzano. E chi, alla fine, toglierà a me il grigio di dosso?
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