Dimmi chi sei e chi eri salata acqua bollita, tuffo di verdure e di rigatoni, inconsistente placenta di qualsiasi progettata pietanza. Dimmi come riflettevi la parentela con lo specchio, troppo torbida per restituire un riflesso di cielo, troppo calda per suggerire refrigeri, persuasioni d’estate. Dimmi come ti chiamavi o tu insipida sciacquatura di piatti, imponente lavacro di peccati di gola. Dimmi come dimmi come sei brava a lasciarti andare all’eutanasia dello scarico, giù in quella gola di mesto lavandino, vigilia di addio.
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