Virtuale

Che hai fatto,
mondo?
Ti sei chiuso
in un monitor sottile.
Sottile quanto
il mio disagio
di non poter toccare più
corpi,
oggetti,
monete.
Sporcarsi le mani
era facile.
Di farina
di sugo, materia.
Ora su tasti,
polpastrelli estensi,
tra impalpabili saluti e promesse
dilagano azzurre
fluorescenti visioni.
Non toccherò più ravanelli?
gusci d’uovo?
schiume?
Le stimmate
di questo mondo
sono farfalle teoriche
e perfino il dolore
si attarda ormai
a venire.
Ferite digitali
reclamano
il loro filo
scarlatto.