Se fosse una bocca quel ventre di lavatrice sarebbe una bocca nera di spavento. Lo sporco eternamente ritorna. Io non lo inseguo, non gli placo la fame, lo sporco ha capelli intrecciati di orco e sminuzzati denti di briciole e particelle. Il ventre meccanico digerisce un dolore, confusi tessuti centrifugano addii, e le fibre si danno in schiumosi torrenti. Un polsino saluta comparendo ogni tanto. E due federe piangono casualmente annodate. Lo sporco confonde il mondo indecente. Gli ricorda le ombre a guarnirgli l’orrore.
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