Piange troppo nella plastica quell’insalata. Soffoca, la serra portatile, di una lacrima di lattuga. Dille di uscire, taglierò io il suo torsolo con delicatezza. Potrà darmi la sua foglia croccante e cercherò di non farle male. L’insalata nella plastica è il vento in una bara, la cipria che non uso più, profumo della polvere che a tutti i costi vuole assomigliarmi.
E così il verde si sfarina per nessuno, in quel cellophane arbitrario crudele come zinco.
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