Cosa resta dell’andare di parco in parco di gioco in gioco di scuola in scuola a costruire un uomo? Cosa resta del figlio cresciuto nutrito partorito quando sarà un uomo, perfezionato a dimenticare? Impronte di gesti, neppure compiuti gesti, lo stretto indispensabile da un sapore avaro di minestrina. E poi quell’andare da soli nel nulla. I giorni su giorni su altri giorni avvitati in estremo dubitare. Era piccola la manina nella mia.
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