Terzo Navigando in rete, peschiamo un pesce aspirante suicida. Oppure è lui a pescare noi. Vuole spararsi e lo annuncia al mondo. Chi se ne frega. |
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All'improvviso, un fragore, una specie di boato. Mi precipito in cucina, col cuore in bocca. Niente di grave, è solo crollata una mensola carica di barattoli. La marmellata come il napalm. Mentre aiuto Winter a ripulire il massacro, ci raggiunge un sibilo insieme a una scarica di beep. |
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-E' Cesare, sta navigando....- deduce lui, e vola di là a smuoverlo di persona, perché del resto le salsicce sono pronte, anche se spruzzate di marmellata. Di là Cesare sta per tuffarsi in rete, ha spento la luce, si lascia sommergere. Clic. A pensarci, Intenet ha la stessa voce della mia Fedele. Clic clic. La stessa voce, ma non lo stesso sguardo. Schermate eccessive, un perenne caleidoscopio. Finestre bluastre, scritte amaranto, coriandoli di pixel, francobolli di luce. |
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E l'illusione che tutto accada, mentre gli stai seduto davanti. Seduto. Le chiappe su una sedia.
Quella sarebbe la realtà? Quello sarebbe l'oggi?Cesare apre la bocca a mollusco: è cominciato il suo irreversibile incantamento di fronte al nulla. Le dita grasse a scolare sudore, la faccia unticcia a risplendere di luce irreale, tutto un fronte unico fra le guance e lo schermo.Anni e anni di lotta politica oramai gli scorrono addosso: quasi nient'altro che un film, un sito web, due motori in sincronia. Insomma, tragedie virtuali.
Anni di occupazioni, bottiglie incendiarie, sparatorie e secoli di riflusso nel privato:
non gli è rimasto altro che un tic all'occhio destro, è tutto finito dentro uno spot. .... Eventi web, Italia on line, rettangoli che si muovono, cambiano occhi, businness, una farfalla, "perché iscriversi a una chat?" Clic. Omini che fanno saltare una frittata su una padella. Clic clic. |
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Raggruppa per siti, ricerca, home community, dominava il blu, ora domina il giallo, clic, clic, l'astronave di 2001 Odissea nello spazio, cerca Kubrick, trovato! In inglese e anche in italiano, guarda quanti punti interrogativi, collegamenti personalizzati, "le tue foto sempre disponibili"... -Dove sei entrato, adesso? - domanda la voce chioccia di Winter, in piedi alle sue spalle. E' entrato in una Chat. Titolo: "Coetanei". Finestre su finestre. Finestre dentro altre finestre. Il mondo è solo un posto che si guarda. Eyes wide shut. Scritte in rosso. In nero. Ora in rosso e poi in nero. Un diavoletto corre lungo il perimetro dello schermo. Help! Help! Clic. Cosa guardi, se hai gli occhi serrati? Adesso clicco anch'io. Il clic del mouse è meno doloroso di quello della mia Fedele. E' un clic più innocuo, più distratto, meno irresistibile... -Dai, ora andiamo a mangiare... - fa Winter. Ma Cesare neppure lo sente, ora ha trovato qualcosa che sta mangiando lui, tutta la sua attenzione... dove? Mesaggio a stella. Sconosciuto@libero.it..... |
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" Ciao mondo, sono io, MA- LA- TO- TER -MI -NA -LE. Le metastasi come una legione. Dentro il mio cranio, dentro il mio fegato, dentro i miei polmoni. Sono flippato, la testa sta per scoppiarmi, le vene battono, solo come un cane, i medici me l'hanno detto due ore fa, ho solo un mese di vita, UN ME-SE." |
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Di nuovo lui. Pure ieri in redazione l'avevo beccato. Le tragedie degli altri, chi può fermarle? Chi può prevederle? Ci mancava Internet, per allungare l'elenco. | |||||
Ci mancava Internet, per ricordami quello che cerco di dimenticare. Cesare e il suo handicap. Zia Tosca con quella maledetta chemio, Anna abbandonata in quella stanza col suo scialle azzurro sopra le spalle, che verme sono stato, Lucia che abortisce e che poi ci ripensa ma quel bambino che purtroppo non le apparterrà mai più, che non potrà neppure rimproverarle di non avergli mai raccontato favole. Ma quali favole? Che dici stronzo? E Marko, allora? Ancora non aveva sei anni.... Tragedie che non trovi su Internet. Quel feto, Internet non ce lo restituirà, dov'è la sua fotografia? Tragedie che non si possono guardare. E certe, anzi, neppure raccontare. |
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...Ciao mondo ti annuncio che mi ammazzo. Non sarò colpevole, questo è un pulitissimo caso di EU -TA- NA -SIA. Sono a Roma. Roma caput mundi, Roma caput merdae. Via dell'Orso 21. Fra mezz'ora faccio clic: mi sparo. Viva la buona morte, la morte che ci risparmia inumane sofferenze, la nostra unica scelta. "Ora mi ammazzo". Sì, buonanotte. Ma chi si ammazza? Di nuovo un clic, solo mille volte più rumoroso del mio. Ma fammi il piacere, tanto la pistola è scarica, tu sei solo un altro stronzo, sei solo un'altra morte delle tante che girano per il mondo agghindate come beghine, come cavalieri o direttori d'orchestra. Sì, mi ricordo di Tito. E della sua voce distorta dal megafono, come la spampanava alle assemblee, perché la voce vera adesso l'ho dimenticata. "Ora mi ammazzo" ripeteva. |
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Chi lo dice non lo fa. Ma poi lo trovammo nella nostra cantina, la tempia sfracellata, il sangue che si era raccolto in una pozza marrone scuro...
E quei Pink Floyd a tutto volume. "Us... and them.... And after all we're only ordinary men..."
Aveva usato una P38. Non scoprimmo mai come se l'era procurata..... "Scrivo queste righe perché un nostro compagno si è suicidato", c'era scritto il giorno dopo su Lotta di Popolo. "E' morto anche perché siamo stati disumani, vittime tutti quanti di un certo modo di far politica".... Mesi dopo, scoprii che autore di quella lettera era stato Cesare. E ora per lui è troppo. Si alza e spegne. Tlac. |
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La finestra elettronica apertasi per un attimo su un inferno altrui, torna nient'altro che un rettangolo scuro. Addio malato terminale. Addio sconosciuto@liberopuntoit, chi ti conosce? Sei solo un deficiente con manie di protagonismo, io non abbocco, sei uno che pensa tramite il mouse, l'ennesima mascherata di sorella morte, ma io non abbocco, non ti vedo e dunque non ti credo: Internet è un luogo di disperazione. Internet non esiste e dunque tu non esisti. |
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-Le salsicce si freddano. - ribadisce Winter. E si avvia in cucina.
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