Quinto

Diego, Cesare, Winter, Pippo Ferrari

 

DIEGO
Seguiamo il tizio fino a casa sua. Mi fanno male i piedi, non ne posso più, che ho fatto di male? stasera volevo solo rivedermi Kubrick…

 

Disegno originale di Roberto Colangeli, pastelli su carta, 2000.

 

PIPPO
Sono contento che avete accettato di venire. Io, da solo….
Vedrai … vedrete… è proprio messo …male… Al suo paese c’è la tortura… Volevano fargli…. incolpare i compagni. Del sindacato.

DIEGO
E allora? Sai quante ne ho seguite di storie infami come questa, in giro per la terra?
(…)
Come che sia, arriviamo. Scantinato maleodorante non lontano dall’Internet cafè, ultime propaggini di Trastevere.
Monolocale zeppo di roba, libri, giornali, stoviglie…..

PIPPO
Venite…E’ di qua...

 

Musica: le allucinazioni, i rumori uno scantinato fetido con acqua che gocciola, il ricordo dei persecutori….

 

DIEGO
Ecco l’uomo… Mi correggo. L’ex uomo.
Sì, l’hanno pestato a dovere. Cesare strizza gli occhi per l’orrore. Winter li sgrana: quanto a me, mi è quasi indifferente, sì, volendo potrei fotografarlo, mi ricorda un messicano incontrato in Chapas…. Mi ricorda un senegalese incontrato al confine…Aumento il contrasto, spingo avanti la profondità di campo. E’ la profondità del dolore che mi manca….

 

Disegno originale di Emiliano Mammucari, mezzatinta su cartoncino, 2001

 

PIPPO
E’ scappato su un peschereccio... Da Bogotà poi fino a Caracas. Ce li aveva dietro come cani. Di lì in aereo, con un gruppo del Nicaragua. E’ in astinenza, gli serve eroina…. Ad Amnesty sono già avvisati, ma i tempi sono lunghi, ci vorrebbe qualcuno che….

DIEGO
No, io non posso farci niente. Ma tu che aspetti a chiamare un medico?

PIPPO
Escluso, rischia l’estradizione.
Senti, perché non lo fotografi?

DIEGO
Madovemaquando. Magari, potessi.
No, è che…

PIPPO
Che ti costa?

DIEGO
Niente, ma… ho finito la pellicola.

PIPPO
Vabbè ho capito…Allora almeno aiutatemi per l’eroina…. DOVETE aiutarmi. Aiutarlo. Qui dietro c’è uno spaccia, però io non posso… Io ciò debiti… e…e non mi posso esporre…. Per favore.

DIEGO
Ma sei scemo? Chi ti conosce?

WINTER
Senti, qui ci vuole una decisione…

DIEGO
Appunto, io me ne vado.

WINTER
No, aspetta. Vado io… Ma voi restate, non si sa mai….

 

Musica: quella che perseguita Diego….

 

DIEGO
Mi sta sfidando? LUI dallo spaccia? Con quella faccia da pischello? Crede di ricattarmi? No, stavolta non mi frega, stavolta lo lascio perdere.
Ti preme proprio tanto andare in cerca di rogne, vero? Vai, stavolta ti aspetto qui, non mi muovo, non mi muovo di un millimetro.
Non si scompone. Tende la mano verso il tizio, che ha già pronti tre caravaggi per la dose, che gli dà le istruzioni, gli parla di un bar con l’insegna verde… Winter annuisce: serio, deciso, lo sguardo fisso di quando suona, quando fa così sembra più adulto di me.
E alla fine infila la porta. Addio. Sì, tanto è sempre pronto. E’ sempre giusto. Come quando da ragazzo guardava i film dell’orrore e anche se aveva paura riusciva a non scomporsi id un millimetro.. Sguardo da cane di Cesare. Che vuoi da me? Vuole impiccarsi? Lo facesse. Non lo seguo, non ce la faccio.
Squilla il cellulare. E’ Anna. Vuole darmi notizie su Silvia, ma la voce le trema. Dio com’è bella quando la voce le trema
Anna, stellina. Non posso crederci, proprio lei. Solo ieri avrei pianto a risentire la sua voce dentro il mio telefono e ora…. Ora quasi rimango di ghiaccio. Non proprio. E lei non vuole informarmi solo di Silvia, vuole dirmi anche dell’altro…. Cosa? Oddio come le trema la voce. E oddio come mi manca.
Mi manca? Ma allora è vero, forse non sono diventato un osso..

ANNA
Dove sei?

DIEGO
Dietro a quel saltapicchio di Winter. Si ficca sempre nei guai…

ANNA
E tu invece?

DIEGO
Io cosa?

ANNA
Il tuo guaio più grosso sei tu…

 

Musica: una musica che assomigli ad Anna, ma sfuma subito.

 

DIEGO
Sospiro. Sento che sospira pure lei, e per un secondo lungo come un millennio non ci diciamo niente se non questi due sospiri che si ficcano l’uno dentro l’altro. Io so che la amo, se è questo l’amore.

 

Disegno originale di Diego Romano, china e acquerello su cartoncino, 2001

 

ANNA
Winter ha ragione. Sei diventato un osso.

DIEGO
Lo so da me che ha ragione. E dove sarà finito adesso? Il pensiero di lui all’improvviso mi dilania lo stomaco. Chiudo in fretta con Anna, lei capisce quello che non deve, il fatto è che ho visto Pippo che sta di nuovo infilando la porta per andarsene e invece voglio levarmi immediatamente un dubbio.
“Senti un po’ bello… Chi è sto spaccia? L’amico mio non starà rischiando le palle, per caso?”
Nicchia, esita, non mi guarda più in faccia.
Allora è allarme rosso? Incalzo, lo minaccio, lo prendo per la collottola….
“ALLORA, PEZZO DI MERDA?”

PIPPO
… sì, lo spaccia è pedinato… c’è pericolo… pericolo di essere coinvolti. Ma che vuoi da me? Voi siete puliti… Che rischiate?

DIEGO
Stronzo…
In un secondo infilo la porta dopo aver ordinato a Cesare di non muoversi da qui. Ma dove vado a quest’ora? alla cieca? Aiuto. Adesso l’importante è trovarlo. Winter. Winterino. Se gli hanno fatto qualcosa…. Strade come budelli, e sempre questo deserto di città, le persone sono state abolite, sono rimaste solo le ombre e il vento ad azzannarmi gli zigomi.
Però poco fa parlavano di un bar con l’insegna verde… Vado avanti alla cieca, sudando nonostante il vento gelato.
Alla fine, l’insegna verde. E là fuori ombre: larve. Persone. Sì, una di loro è Winter, e accanto ha un tizio, alto e grosso il doppio. Appena mi vede in distanza, l’uomo si intesisce, si allarma, ma lui…

WINTER
Che c’è?

DIEGO
Niente, ti vengo a cercare. Pippo mi ha detto…
E’ un secondo. Lo spaccia tuona:
“Pippo Ferrari? Siete compari suoi????”
Winter fa un cenno “L’abbiamo conosciuto poco fa…” L’uomo lo afferra per le spalle, quasi lo sbatte per terra, capisco che si trattiene a stento. Urlando, ci minaccia di farci a pezzi se non scompariamo nel giro di un secondo.

 

Disegno di Gianni De Luca, china su cartoncino, anni settanta

 

WINTER
Ce ne andiamo. Va bene capo, ce ne andiamo, ce ne andiamo…

DIEGO
... Ne hai abbastanza, per stasera?

WINTER
Ma che c’è?

DIEGO
Dal buio è sgusciato qualcosa. Un ragazzo? No, non proprio, non esattamente. Un fantasma, un’altra ombra, di quelle che ci ricordano l’umanità. Ci sfiora, neppure ci vede, ci attraversa, ci passa oltre, va verso lo spaccia.
Ah, già, scena di ordinaria morte quotidiana. Acquista una dose, scompare di nuovo nel buio.

WINTER
Che c’è?

DIEGO
Grida e pianti, ecco che c’è. Winter si precipita in direzione: il tossico è semidisteso a terra contro i pneumatici di un’Alfa, la siringa già infilzata nel braccio; lo ha appena raggiunto una ragazza che lo ha aggredito senza riuscire a fermarlo… Scena sbilenca, sulla quale penso per mezzo secondo di fare un clic liberatorio, tanto per fare qualcosa, tanto per verificare se casomai, alterando l’inquadratura…..
Ma Winter entra in campo: cerca di separare i due, di offrire aiuto…. Io sono distrutto, cerco invano qualcuno che lo offra a me. Quello definitivo.

 

Cesare a sedici anni si ubriaca di marxismo

Diego ragazzo lotta per i diritti umani

Winter adolescente guarda i film horror e fa finta di non spaventarsi

     

Acquerelli di Diego Romano, 2001.

   
   
Diego    Gino Manfredi
Pippo Ferrari    Gaetano Lizzio
Winter    Stefano Onofri
Anna    Raffaella Castelli
Musiche originali    Eritemi, Echoesthree
 Dorme profondo, Echoesthree
Citato anche    Background Music, Gianluca Podio
Allestimento e regia    Gian Berardino Carlucci
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