Un
compositore guarda il cielo e improvvisa una musica.
Gli basta un piano, oppure un basso, o una chitarra…
Niente di più instabile come il cielo
Niente di più superfluo come la musica
Il cielo
in vendita per
Diapason
è
solo quando sei sdraiato a terra
che incominci a guardare
il cielo
Andy Warhol
Luis BACALOV
La cruz del Sur
pianoforte, celesta e quartetto
d'archi
"Nel sud del mondo, dove sono nato, e soprattutto nel sud del sud, c'è questa costellazione molto visibile e anche molto citata dai poeti. Appare all'improvviso con un preciso riferimento cosmologico.
E il pensiero le va dietro...
Penso in genere agli archi come a strumenti molto 'adulti', mentre la celesta è lo strumento tipico del mondo dell'infanzia.
C'è forse in me una contraddizione nel percepire il cosmo: qualcosa che mi riporta allo stupore infantile e, nello stesso tempo, ad una visione adulta dell'universo. La cruz del Sur si vede solo di notte ed è la notte il momento in cui il cielo assume un aspetto più spaventoso, quando cioè si rivela, come avrebbe detto Bertrand Russel il 'terrore cosmico'...
Luis Bacalov,
per “Il Cielo”, è ancora attualmente al lavoro a
La cruz del Sur, pezzo originale per pianoforte, celesta e quartetto
d’archi, ispirato a una costellazione visibile solo nella sua terra,
nell’emisfero australe.
Argentino, inizia la carriera come pianista di night club, frequenta con
successo la musica leggera, approfondisce le proprie origini con numerosi
omaggi alle tradizioni del suo paese, inclusa una audacissima Missa
Tango.
Premio Oscar 1995 per la migliore colonna sonora con Il Postino, ha
collaborato con numerosi registi (Damiani, Scola, Pasolini, Fellini,
Wertmueller, Zampa, Lizzani). Attualmente è protagonista di un’intensa
attività concertistica.
Stelvio
CIPRIANI
pianoforte
“Ho chiuso gli occhi e ho
immaginato il cielo. Però notturno. Avrei potuto immaginarlo di giorno, ma
non amo molto la luce. Preferisco la notte perché concilia la solitudine,
la chiusura con se stessi, fa pensare. Dopo di che ho pensato al
cielo stellato e di qui è nato questo tipo di tema sospeso che dà il senso
dell’infinito...”
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Romano, si diploma al conservatorio di Santa Cecilia, studia jazz
negli Stati Uniti con Dave Brubeck. Inizia come pianista accompagnatore di
cantanti leggeri. Nel 1966 compone la sua prima partitura per il cinema. La
fama arriva nel 1970 con la composizione della musica per Anonimo
Veneziano di Enrico Maria Salerno, che gli procura il Nastro D'Argento.
Andrea MARTELLA
Dripping
batteria
“Confronto fra il cielo, simbolo di vera
libertà, e la terra, dove la dimensione umana (appunto terrena) rifiuta per
incomprensione quella libertà, vivendone però l’anelito e urlando la sua
rabbia cieca.
I suoni metallici della batteria rappresentano nelle mie orecchie
quella voce dall’alto che i legni (la terra) contrastano. Ovviamente,
ma chissà se coscientemente, in tempo libero.
Forse nel finale si apre uno spiraglio al dialogo, se è vero come è vero che
siamo fatti a immagine e somiglianza. In quel momento allora quella
libertà anelata e illuminante può essere semplicemente accettata. C’è
una speranza e una certezza: la certezza è che quella speranza sia vera, dal
cielo alla terra e dalla terra al cielo.”
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Batterista nel gruppo Percentonetto fino al 2000, ha suonato anche con Tree Gees, Comunicazionecorrotta, per il cantante-chitarrista italo-danese Nahui, il cantautore Alessio Manuali. Oggi suona con la band TrechevedonoilrE. Attivo anche in campo didattico, insegna presso la scuola Novamusica di Roma. Doppiatore, attore, regista teatrale, firma come autore
Galleria due volte in scena al Teatro Sette di Roma, dove collabora con il direttore artistico Michele La Ginestra.
www.myspace.com/andreamartellaroma
Walter CENTOFANTE
Sky Lake
chitarra acustica elettrificata
“L’idea
del pezzo è nata una mattina di luglio sul lago di Bracciano, all’ombra
di un albero, sotto un cielo un po’ nuvoloso...
Gli spazi grandi, immensi mi inquietano e mi affascinano, in realtà
quando guardo il cielo penso sempre a quello che c’è oltre, e quindi non
riesco mai a godermi pienamente lo spettacolo…”
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Autore, chitarrista e tastierista del gruppo jazz rock
Echoesthree, ha al suo attivo varie colonne sonore per radio, cinema
e audiolibri. Romano, firma col suo gruppo
per
Diapason
il CD
Strane Coppie Musicali del 900
nel 2005 e
Concerto dei cinque Sensi nel
2007, di cui cura anche la complessa direzione musicale e
Apophis. Apocalypse Rock,
nell'ambito di Progetto Apophis, per l'etichetta ConcertOne.
Questa è una delle sue prime
esperienze come solista.
http://www.myspace.com/echoesthree
Michele ASCOLESE
Le altre stelle
chitarra classica ed elettrica
con Alessandro Groggia, tastiere
Stefano Cavallo, basso
“Ho pensato alle stelle
che si trovano dietro a quelle che normalmente vediamo e al fatto
che, quando le osserviamo, cominciano a danzare. Il mio pezzo vuole essere
la ritmica di questa danza.
In genere, se pensi al cielo, pensi a qualcosa di mistico, cioè… senza
ritmo. Ma non è vero, il cielo è pieno di ritmo: ha il ritmo che gli dà chi
lo guarda, e ha il ritmo che gli danno le stelle, appunto danzando. Alla
chitarra acustica ho aggiunto la ritmica elettronica, per dare il senso
della fissità apparente, quel senso di riposo ritmico che descrive
l’osservazione...”
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Chitarra acustica, world music, etno jazz, Argentina, Brasile. Sono alcune parole che sintetizzano il ritratto di questo musicista versatile romano, autodidatta, che inizia la sua carriera con Vanoni, Paoli, De Andrè. Il suo ultimo CD
Iguazù Project celebra una musica colta e d’improvvisazione, che sperimenta varie possibili contaminazioni di ambiente sudamericano.
Pierluigi CASTELLANO
Los Angeles 07
computer music
“Los Angeles 07 nasce
come un brano interamente concepito al computer, come faccio ormai da anni...
Non ho pensato né letto nulla di specifico, è un pezzo che nasce dopo una
vacanza estiva con la mia famiglia: il paradiso può essere dentro di noi e
nelle persone a noi vicine, bisogna convincersi che il mondo forse potrebbe
davvero cambiare...
Per me il computer è lo strumento di oggi, proprio perché può raccogliere
dentro di sé tutti i suoni del passato e inventarne di nuovi, mai uditi
prima o quasi... Ci lavoro ormai da anni: mi piace ricercare...”
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Romano, studi di pianoforte (Martin Joseph, Enrico Pieranunzi), di clarinetto (Roberto Laneri, Vincenzo Buonomo), di composizione (Michele Dall’Ongaro, Alvin Curran) e di musica elettronica. Con Alvin Curran partecipa ai “Festival Nuova Consonanza” di Roma e “Oggi Musica” di Lugano (1982). Nel 1982 registra sei puntate del programma “Un Certo Discorso” per Radio Tre con la Testaccio Orchestra Creativa. Nel 1983 e 1984 si esibisce con l’opera di Giovanna Marini “Il Regalo dell’Imperatore” tra l’altro al “Festival d’Avignon”, al teatro “Bouffes du Nord” di Parigi e al “Teatre Grec” di Barcellona (Spagna). Partecipa come compositore a vari festival di musica elettronica e contemporanea: “Villa Medici” e “Musica Verticale” di Roma, “Festival di Arte Elettronica” di Camerino, “Time Zones” di Bari e al “Cantiere Internazionale d’Arte” di Montepulciano. Tra il 1985 e il 1990 compone varie colonne sonore per spettacoli teatrali, ma soprattutto per spettacoli di danza, con buon esito di critica e pubblico anche in Francia, Inghilterra e Stati Uniti. Scrive su varie riviste musicali: da “World Music”, a “Jazz Magazine”, “Audioreview”, “Il Giornale della Musica” e “Alias/ Il Manifesto”.
Luca MARCONATO
Variazioni su un cielo in la
minore
tiorba
“Tutto è iniziato a occhi chiusi; fuori un temporale, nella
mente l’immagine di un cielo che si vela lentamente, e va coprendosi sempre
più in fretta, con le nuvole che corrono al quintuplo della loro velocità...
come in un film! Trattandosi di un’esecuzione sulla tiorba, strumento dai
colori caldi e profondi, ho pensato che fosse interessante un trattamento
fuori dagli schemi, utilizzando tecniche come il rasgueado, alternato
ai canonici arpeggi, e dissonanze poco comuni al genere musicale
d’appartenenza.”
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Diplomato in liuto presso il Conservatorio di musica "Santa Cecilia" in Roma, si è perfezionato con P.O’Dette e J.Lindberg. Ha al suo attivo un’intensa carriera concertistica che lo ha portato ad esibirsi in prestigiose sale da concerto, collaborando con musicisti di fama internazionale e con ensemble di musica antica. Da anni impegnato anche come chitarrista ed arrangiatore di musica classica, leggera e contemporanea, viene chiamato a comporre musiche di scena per film e teatro da produzioni italiane ed estere.
Ha inciso per etichette discografiche come Naive-Opus111, Tactus, Domani Musica, RivoAlto, Diapason ed altre emittenti, tra cui Radio Vaticana, Radio3 e Rai2.
Gianluca PODIO
... Nei cieli...
pianoforte
“Mi sono ispirato ad una lauda francescana contenuta nel laudario di Cortona. L’antica
melodia mi ha infatti suggerito una nuova modalità esecutiva, una libera
scoperta di antiche emozioni che sono state incastonate in
un’improvvisazione guidata, ossia in una forma aperta, dove i frammenti
melodici si susseguono secondo le esigenze emozionali dell’esecutore.
In questo brano ho lavorato in particolare sulle risonanze del pianoforte e
su dei lunghi pedali armonici per ottenere l’effetto di una contemplazione
del suono all’interno di uno spazio senza limiti. L’abbinamento con i
segmenti melodici della lauda è stato inoltre il mezzo per esprimere la
gioia verso l’armonia cosmica, una gioia che con il canto melodico, seppure
strumentale, si può esprimere in maniera emozionalmente profonda.”
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Autore di musiche originali per il cinema e la televisione, collabora attivamente come autore, orchestratore e direttore d’orchestra con artisti italiani ed importanti etichette discografiche.
Dirige abitualmente orchestre nazionali e internazionali (Ceck National Symphony Orchestra, Bulgarian Symphony Orchestra Sif 309, Chamber Orchestra of South Africa, Filarmonici di Roma ed altre) in concerti di musica classica e per film e registrazioni discografiche.
Dopo “Pianomusic” (2000), contenente la sua produzione per piano
solo, nel 2005 sigla il CD “First Music Book” con le sue
composizioni di musica da camera eseguite dal Concentus Romae. E’ del 2007 il suo omaggio a Luigi Tenco con
“Un giorno dopo l’altro” per VDM records. Per Diapason sigla uno dei brani del progetto
Strane coppie musicali del 900 (2005).
www.gianlucapodio.com
Fausto CIGLIANO
Ll'ora
voce e chitarra
“Ero all’isola del
Giglio, in un albergo isolato, delizioso, e poco affollato, il mare era un
po’ agitato. Sono sceso tra gli alberi e ho guardato il versante panoramico,
ma poi anche in alto, attratto dalla bellezza della natura, per certi versi
anche dalla bellezza della solitudine. Ho immaginato parole che volassero in
mezzo ad un’atmosfera piena di smog: in effetti smog non ce n’era, e perciò
queste parole un po’ ‘nzallanute cioè stordite e senza fantasia erano
lì che si agitavano per l’aria alla ricerca della poesia... E’ una canzone
che nasce così, all’impronta, ’volatile’. In questo senso viene proprio...
dal cielo!”
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Tradizione napoletana e grande amore per la chitarra, grande interprete di
celebri canzoni e alcune esperienze cinematografiche, Cigliano si diploma al
Conservatorio di Santa Cecilia in età matura e non smette mai di
approfondire il suo rapporto con il suo strumento, che padroneggia fin
dall’infanzia.
ZAC
Ezio "Cherubino" ZACCAGNINI
percussioni africane
Alle
originali percussioni africane (zucche di varie dimensioni ricolme d’acqua)
interpreta un cielo... subequatoriale.
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Batterista e percussionista, napoletano.
inizia
a studiare da autodidatta e, appena ventenne, a lavorare per
l'industria discografica italiana. Partecipa a tour italiani e
internazionali con artisti vari.
Attivo sia nel pop che nel jazz,
impiega set-drum particolari di ambito "etnico";
insegna batteria e partecipa a drum-clinics, in tour per le scuole di musica
italiane; si esibisce insieme a famosi artisti pop, etno, jazz e funk.
www.eziozaccagnini.com
Manuel DE SICA
Cielo 23
pianoforte
“Il pezzo è nato mentre suonavo in completa libertà sui tasti di un pianoforte. Ho lasciato che le mani in collegamento con il cuore creassero un disegno libero, in questo caso veramente staccato da terra.
L'immensità dell'universo: ecco a che cosa penso quando guardo il cielo”.
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Figlio di Vittorio De Sica, allievo di Bruno Maderna e Henry
Mancini, debutta come compositore di musiche per film nel 1968 con il film
Amanti diretto dal padre. Docente di musica di scena presso la Nuova
Università del Cinema e della Televisione di Roma, è presidente dell'
"Associazione Amici di Vittorio De Sica" per il restauro delle opere di suo
padre, curatore di pubblicazioni su ciascun film restaurato e fondatore
dell' "Associazione Musica Retrovata" per il recupero di opere musicali
inedite o sconosciute.
Ha pubblicato due libri di racconti Il mio diavolo custode e La
visita notturna e altre storie
Enzo SCOPPA
Up there
sax tenore
con Claudio
Colasazza, pianoforte
“Il cielo è una delle più grandi opportunità di ispirazione che abbiamo. La principale particolarità tecnica del mio sax è che mi consente di esternare, attraverso il suo sound, ciò che sento dentro di me; e con la mia partecipazione, ha il timbro di voce dei miei sentimenti. Avrei voluto cavalcare un soffio di vento, mi libero di tutto ciò che mi circonda, ed esprimo le mie emozioni, l'affetto, la lealtà, l'amicizia. Il ‘cielo’ è un silenzio che mi fa pensare. Userò Il Cielo per scrivere l'amore...”
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Romano, sassofono tenore e soprano, compositore; inizia
lo studio della musica a 17 anni. Le prime esperienze jazz risalgono al 1956
e nel 1958 debutta ufficialmente con la "Modern Jazz Gang”. Nel 1962
costituisce un quintetto con Cicci Santucci. Partecipa a numerosi concerti
e incisioni; viene invitato con Santucci come unico complesso italiano al
Festival di Montreux. Nei primi anni sessanta collabora pure con Romano
Mussolini. Oggi è attivo in numerosi concerti con il suo gruppo e con il
complesso di Nunzio Rotondo. Qui con
Claudio Colasazza, che ha collaborato con vari artisti di calibro
internazionale, da Joy Garrison a Tony Scott, da Sergio Bardotti a Massimo
Nunzi, da Ralph More a Stefano Di Battista.
Cristian LENTINI
Cielo mio marito
basso
con Orlando Orlandi, battera e campionatori
e Walter Centofante, chitarra
"Mi sembrava più facile cercare di comporre un pezzo divertente, giocando sulla tipica espressione delle donne colte sul fatto. Il tradimento è il tema portante, ma è la reazione esagerata del marito a condurre il ritmo del brano. Ho chiesto alla batteria un ritmo sostenuto e uno più rilassato e poi ho fatto il resto coinvolgendo anche la chitarra. Il basso segue il ritmo descrivendo lo stato d'animo dei protagonisti, che come in un cortometraggio d'effetto, si alternano in stacchi netti. Ed è proprio questo il punto di vista che ho cercato di imporre e comporre, quello di uno spettatore seduto e rilassato al cinema."
Autore e bassista del gruppo
jazz rock
Echoesthree, ha al suo attivo varie
colonne sonore per radio, cinema e audiolibri. Romano, firma
col suo gruppo
per
Diapason
il CD
Strane Coppie Musicali del 900
nel 2005,
Concerto dei cinque Sensi nel
2007 e alcuni brani per
Apophis. Apocalypse Rock,
nell'ambito di Progetto Apophis, per l'etichetta ConcertOne. Con “Il
Cielo” è alla sua prima esperienza come solista.
http://www.myspace.com/echoesthree
Claudio SIMONETTI
Il cielo
tastiere elettroniche
“Normalmente non so spiegare la genesi delle mie composizioni. Questo pezzo, originariamente destinato a un film horror, è composto da una parte più serena, e da un’altra più inquietante, a suggerire un cielo temporalesco. Di giorno la cappa azzurra del cielo mi dà senso di protezione nella nostra dimensione terrestre; di notte il blu profondo mi apre una finestra sull’universo sconosciuto e allora prevale in me lo sgomento: questa alternanza mi suggerisce qualcosa di molto simile al gioco fra bene e male...”
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Profondo Rosso, la sua composizione più nota, con i Goblin: aveva appena 21 anni. Da allora, la sua carriera è costellata di successi, prima con i Goblin, poi con i
Daemonia. Sono sue le più celebrate colonne
sonore di film horror e dark: Phenomena (1985), Demoni (1985),
Opera (1987), Il Cartaio (2003), Jenifer (2005).
Con il suo CD Classic in Rock ripropone pagine immortali della musica cosiddetta “seria” secondo le formule del rock
www.claudiosimonetti.com
Max GAZZÈ
Basta un respiro
basso e voce
“Basta un respiro per avere il cielo dentro. Partendo da qui, la struttura ritmica gioca sul fluire naturale della respirazione umana, con sequenze e intervalli misurati sul “phi”, la misura più naturale e perfetta che conosciamo. Gli interventi melodici descrivono la leggera sensazione di compatibilità dell’uomo con l’elemento celeste. La voce e il basso, i miei strumenti espressivi, servono a farmi parlare del e con il cielo.
Il testo è ironicamente complicato. Infatti ribadisce che è inutile desumere formule e calcoli impossibili, analisi dei componenti dell’aria, quando basta vedere una nuvola e fare un bel respiro, per comprendere il cielo dentro di noi.
Probabilmente entrambi. Se penso al volume che occupo nello spazio celeste, non posso che smarrirmi. Se penso al cielo come fonte di energia vitale che mi porta aria, luce, profumi, suoni, colori, allora si accende la meraviglia di partecipare a un congegno maestoso”.
Romano, trascorre l’infanzia in Belgio; dall’età di 14 anni si dedica al basso elettrico dopo studi di pianoforte. Di nuovo a Roma, collabora con artisti diversi fino al suo primo album ,
Contro un’onda del mare, pubblicato nel gennaio 1996. E’ del febbraio 1999 la sua prima partecipazione al festival di Sanremo con il brano
Una musica può fare. Numerose da qui in poi le collaborazioni con artisti diversi, fra cui Paola Turci, Carmen Consoli, Stephan Eicher, Francesco Gazzé, Stewart Copeland, Raiz degli Almamegretta, Daniele Silvestri, Marina Rei, Gimmi Santucci. Intensa l’attività live e i tour a partire dall’anno 2000 insieme a costanti uscite discografiche (etichette Virgin e EMI) sempre ispirate a una grande originalità. E’ del febbraio 2008 l’ ultimo album di inediti
Tra l'aratro e la radio, siglato con suo fratello Francesco e con Gimmi Santucci.
www.maxgazze.it
Pierluigi MORELLI
Il cielo di mio figlio
organo
“Ho provato a esprimere le sensazioni che si possono provare guardando in cielo le nuvole muoversi: è stato questo il semplice episodio ispiratore, avvenuto in Cambogia alla fine del 2005.
Il brano è strutturato a sezioni staccate, nella tradizione della Toccata organistica frescobaldiana, naturalmente utilizzando un linguaggio dei nostri tempi che sfrutta alcuni sistemi di scrittura tipici del '900 storico, come il cromatismo e la serialità. Pensavo che non sarebbe stato facile raccontare il cielo con l’organo, poi, man mano, ho scoperto che non solo era possibile, ma che la varietà timbrica del mio strumento mi dava la possibilità di disegnare le sensazioni in modo molto ampio.
”
Diploma di Organo e Composizione organistica sotto la guida del M° James Edward Goettsche. Diploma di Musica Corale e Direzione di Coro sotto la guida del M° Carlo Nazario Bellandi.
Studi di flauto dolce, corsi di perfezionamento in musica d’insieme rinascimentale, studi di canto gregoriano e di clavicembalo.
Dal 1987 al 2001 ha diretto il coro polifonico “T. L. da Victoria”, cofondatore e flautista dell’Ensemble Romano Musica Antiqua e dell’ensemble Accademia Consort, specializzato in musica barocca eseguita su copie di strumenti originali, è compositore, trascrittore, docente, autore di programmi radiofonici, esperto in special modo di musica organistica, polifonica e antica in generale, con particolare riguardo al periodo barocco.
Trama afonA
In disparte - Puer
computer music
"L'isèirazione per questo pezzo è nata da un punto di vista basso. Molro basso: gli occhi dei bambini tenuti in disparte. Vittime di abbandono, nelle sue numerose e variegate forme, più o meno durature, più o meno velate. Quegli occhi guardano al cielo, bramando un motivo che viene loro celato. Se guardo il cielo, cerco gli sguardi di chi mi ha preceduto; o meglio ancora, le impronte da altri lasciate, là sulla volta... Vagando nella memoria collettiva di storie ed emozioni, appartenute a chi ha avuto l'ardire di spiccare dal suolo."
Viene alla penombra nel luglio 2005. Sospinta dal fascino emanato dai retroscena del teatro quotidiano, avvia da autodidatta una ricerca in campo fotografico e musicale...
Progetto solista, ma aperto alle più svariate contaminazioni nel nome di uno stimolante dialogo.
Sul fronte sonoro, collabora con altri gruppi musicali e si insinua in realtà quali teatro, danza, documentario e produzione audio/video in generale. Su quello visivo, oltre a mantenere un'attività espositiva personale, lascia il proprio marchio su riviste, documentari, grafica cd ed esegue proiezioni durante concerti e rappresentazioni teatrali.
Dove e quando possibile (sito internet, video, esposizioni...), tende a far interagire i suoi due propri mezzi espressivi, fondendo trame sonore e visive in un'unica esperienza multisensoriale.
www.tramaafona.it
Stefano INDINO
Accordeon Sky
fisarmonica
“Imbraccio la fisarmonica, inizio lentamente e pazientemente a scaldare le mani cercando il giusto feeling con lo streumento.
Chiudo gli occhi, sono pronto per viaggiare. Gioco con le note, innesto i registri, suono bicordi, accordi e mi godo l'aria e le armoniche che dal corpo del mantice fanno vibrare il mio petto. Poi, pensando al cielo, immagino cosa direbbe a così tanto e imponente spazio una melodia di fisarmonica e riduco tutto sull'immagine del cielo e del viso innocente del neonato Mattia, mio figlio...”
Eclettico e poetico strumentista, studia la fisarmonica dall'età di otto anni. Ha collaborato con Nicola Piovani, direttore musicale dello spettacolo
Canzoni all'Ingrosso - Refrain dell'altro secolo, con protagonista Pino Ingrosso e allo spettacolo di canzoni romane
Semo o nun Semo.
Lavora anche con Fabio Frizzi per colonne sonore Rai e Fininvest.
Attualmente è impegnato con artisti come: Massimo Abbate, I Pademonium, Mauro di Domenico, Riccardo Ascani e molti altri.